Il colore in architettura è un tema certamente affascinante!
Ha un ruolo fondamentale, non solo dal punto di vista estetico, ma anche funzionale e psicologico.
L’argomento assume rilevanza sia dal lato progettuale, sia da quello dei clienti-committenti; vediamo come.
Come progettisti, si ha l’obbligo di controllare l’utilizzo del colore in architettura, quale aspetto che influenza grandemente il risultato finale, secondo una serie di fattori sottoesposti.
Dal punto di vista dell’utente-committente, quale fruitore degli spazi, è necessario che gli aspetti cromatici, siano bel rappresentati e condivisi, sia su formato digitale sia a stampa.
È proprio grazie ad una corretta comunicazione degli aspetti cromatici, che il cliente valuta preventivamente e poi assume alcune scelte che indirizzeranno il progettista nella definizione finale del lavoro.
Quali sono gli aspetti da considerare?
La valorizzazione estetica
Con il colore si possono accentuare forme, volumi, dettagli e creare un legame visivo tra l’architettura ed il contesto in cui si inserisce.
Integrazione con il contesto
Il colore è un aspetto fondamentale per armonizzare un edificio con il paesaggio circostante, sia esso naturale o urbano. Basti pensare a quanto i colori caratterizzino le architetture tradizionali di borghi italiani.
Psicologia del colore
Altro aspetto fondamentale è l’influenza che il colore ha sul modo in cui si percepisce e si vive uno spazio, al punto da caratterizzare anche le destinazioni d’uso:
- Blu e verde: evocano calma e serenità, spesso usati in ambienti sanitari o residenziali.
- Rosso: stimola energia e passione, ma può essere opprimente se usato in eccesso.
- Giallo: richiama ottimismo e creatività, ideale per spazi di lavoro o scuole.
- Toni neutri: trasmettono equilibrio e sobrietà, particolarmente usati in architettura contemporanea.
Funzionalità e percezione dello spazio
Restando nelI’ambito psicologico-percettivo, l’uso consapevole del colore consente di modificare la percezione di uno spazio; è possibile:
- Ampliare: colori chiari fanno sembrare gli ambienti più grandi e luminosi.
- Ridurre: colori scuri rendono uno spazio più intimo.
- Segnalare: in progetti complessi, il colore può essere un codice per orientarsi come accade negli ospedali o in aeroporti).
Sostenibilità energetica e quindi ambientale
La necessaria sensibilità progettuale che si deve avere in ambito energetico deve considerare necessariamente anche l’apporto del colore: ad esempio, tonalità chiare per i tetti e le pareti esterne possono riflettere la luce solare e ridurre quindi il surriscaldamento degli edifici.
Ecco come il colore diventa uno degli strumenti più potenti e spesso sottovalutati nella progettazione architettonica, non limitandosi ad essere un puro elemento decorativo, ma contribuendo a definire l’identità degli spazi, influenzare le emozioni di chi li vive, enfatizzandone le qualità o correggendone eventuali limiti.
È evidente quindi l’importanza della corretta “gestione” del colore nella progettazione digitale, mediante un controllo, in questo caso puramente tecnico, della fase di impostazione del lavoro e di ascolto del cliente e delle sue esigenze.
RGB o CMYK: quale profilo colore devo utilizzare?
Facciamo chiarezza!
Se vuoi ricercare una migliore qualità dei tuoi lavori digitali, non puoi non aver chiari questi concetti base, così da scegliere consapevolmente senza trascurare, come condividere o utilizzare il giusto profilo colore.
RGB è il colore utilizzato per gli schermi.
È un profilo colore utilizzato per la tecnologia basata sulla luce, siano essi monitor, cellulari o schermi TV.
Cosa significa l’acronimo? Sta per rosso, verde e blu.
- È un processo additivo il che significa che mescolando tutti e tre i colori (rosso, verde e blu), si ottiene il bianco puro; se li rimuovi tutti, si ottiene il nero. In pratica i colori vengono creati aggiungendo luce.
- I valori che si utilizzano per “dosare” i tre canali R, G e B vanno da 0 a 255.
- RGB può anche essere espresso come codice esadecimale (esempio #7b1b16).
Dal punto di vista dell’utilizzatore, i colori sullo schermo appaiono luminosi perché illuminati, ma una volta stampati possono apparire spenti o sbiaditi, con un risultato finale quindi ben diverso da quanto si voleva ottenere operando sullo schermo.
CMYK è il profilo colore per la stampa.
È il profilo standard per i materiali stampati.
Cosa significa l’acronimo? Sta per Ciano (Cyan), Magenta, Giallo (Yellow) e Nero (Key).
- È un processo sottrattivo in cui i quattro inchiostri (ciano, magenta, giallo e nero) si sovrappongono per “assorbire la luce”, più precisamente per sottrarre determinate lunghezze d’onda e rifletterne altre.
- I valori per C, M, Y e K vanno da 0% a 100%.
Un esempio molto pratico: quando si acquista l’inchiostro per la stampante, sia essa inkjet o laser, esso si identifica con ciano, magenta, giallo e nero.
Per questo motivo è necessario fornire (ad un servizio stampa esterno, oppure utilizzare se fatto in proprio), i colori in un profilo CMYK, così da produrre una corrispondenza dei colori più fedele e accurata rispetto all’RGB.
La progettazione digitale può essere ben compresa con un esempio … piacevole… di codifica.
Una splendida pizza margherita!
Olio: C:25% M:11% Y: 100% K:00% – RGB: R:201 G:199 B:455 (#c9c72d)
Pomodoro: C:30% M:97% Y:100% K:39% – RGB: R:123 G:027 B:022 (#7b1b16)
Mozzarella: C:19% M:08% Y:11% K:00% – RGB: R:203 G:217 B:218 (#cbd9da)
Cornicione: C:32% M:49% Y:76% K:10% – RGB: R:165 G:124 B:078 (#a57c4e)